venerdì 29 luglio 2011

La passione secondo Truffaut

  • M'hai detto: ti amo.
    Ti dissi: aspetta.
    Stavo per dirti: eccomi.
    Tu m'hai detto: vattene.
                                                            
  • Il nostro affetto sta per nascere: bisogna lasciarlo tranquillo come un bambino. (Catherine, a Jim)
  • Nelle camere d'albergo ci si sente sempre colpevoli. Non sarò molto morale, ma le cose clandestine non mi piacciono. (Catherine, a Jim)
  • Soffri? E invece io non soffro più. Non bisogna soffrire tutti e due insieme: quando smetterai tu, comincerò io. (Catherine, a Jim)
  • Oh, io sono un mezzo fallito. Il poco che so lo devo al mio professore, Albert Sorel. "Cosa vuol diventare?", mi domandò. "Diplomatico." "Ha una grossa fortuna?" "No." "Può con qualche apparenza di legittimità aggiungere al suo cognome un nome celebre?" "No." "E allora rinunci alla diplomazia." "Ma allora cosa posso fare?" "Il curioso." "Non è un mestiere." "Non è ancora un mestiere. Viaggi, scriva, traduca, impari a vivere dovunque, e cominci subito. L'avvenire è dei curiosi di professione. I francesi sono rimasti chiusi in casa per troppo tempo. Troverà sempre un giornale che paghi le sue scappatelle." (Jim, a Catherine e Jules)
  • Ho trentadue anni e tu ventinove. A quarant'anni vorrai una donna: io ne avrò quarantatré, ne prenderai una di venticinque e io resterò sola. (Catherine, a Jim)
  • La massima di Catherine è che in una coppia basta che uno dei due in fondo sia fedele. L'altro... (Jules, a Jim)
  • Un giorno tornerò alla letteratura con un romanzo d'amore, e i personaggi saranno gli insetti. (Jules)
  •                                                            
  • Quello che è brutto della guerra è che priva l'uomo della sua lotta individuale. (Jules)
  • Lei ha conosciuto poche donne, io ho conosciuto molti uomini: si farà una media, così potremo formare una discreta coppia. (Catherine, a Jules)
  • La vita era come una strana vacanza. Mai Jules e Jim avevano giocato una partita a domino così importante. Il tempo passava. La felicità si racconta male perché non ha parole, ma si consuma e nessuno se ne accorge. (Voce narrante)
  • Jim pensava: è bello voler riscoprire le leggi umane, ma è molto meglio adattarsi a ciò che già esiste. Abbiamo giocato con la sostanza della vita, e abbiamo perso. (Voce narrante

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