venerdì 26 luglio 2013

20134Lambrate_Tina Merlin

                   
Clementina, detta Tina Merlin nata il 19 agosto in provincia di Belluno, ultima di sei figli.
Giornalista, scrittrice, partigiana italiana.
La madre, rimasta vedova a 26 anni dal primo marito, si risposa con Cesare Merlin, muratore.

"La bocciatura fu una vergogna tremenda, tutti i miei fratelli ce l'avevano fatta ad arrivare al certificato. La maestra sempre in divisa fascista disse che potevo ripetere l'anno. Invece non potevo, dovevo andare sotto padrone e che il certificato non l'avrei mai avuto."
                      

Partigiana come il fratello uccciso da una pallottola in fronte, si iscrisse al Partito Comunista nel 1946 "più per sentimentalismo che per aver acquisito le nostre teorie.Sentivo solo dentro di me che facevo bene."

Tina prima di diventare giornalista per l'Unità aveva fatto mille lavori: cameriera, impiegata, contadina, tutti mestieri "che mi sono piaciuti, è da credere."

Corrispondente per la valle del Piave, il 5 maggio del 1959 pubblicò un articolo dal titolo: La Sade spadroneggia ma i montanari si difendono. 
Racconta del bacino idroelettrico in costruzione dalla Sade e dei possibili pericoli per la popolazione. Portata in giudizio per "diffusione di notizie false, esagerate, tendenziose capaci di turbare l'ordine pubblico" fu assolta perché i giudici dichiararono che nell'articolo "nulla vi è di falso, di esagerato o di tendenzioso."
Il giudice Salvini, all'indomani della tragedia del Vajont si mise le mani nei capelli e disse: "Se l'avessi condannata ora avrei questi morti sulla coscienza."
                  

Il 6 ottobre 1963 una frana gigantesca, 260 milioni di metri cubi scese dal monte Toc e si tuffò nell'invaso della Sade. 
Un'onda di duecento metri scavalcò la diga e spazzò via diversi centri abitati. 
1917 vittime totali.
Tina in lacrime il 6 ottobre al telefono: "non c'è più niente, non c'è più nessuno."

Tina intervistata dalle tv estere perché da 4 anni si occupava della vicenda denunciando la Sade e i reali rischi del bacino.
In Italia venne ignorata e solo nel 1983 un editore fu disposto a pubblicare la sua storia sul Vajont.
L'Unità l'assunse nel 1972 dopo 20 anni di gavetta.
                          

Marco Paolini di lei: "Un pugno nello stomaco che ti lascia dentro una rabbia e un senso di ingiustizia, Questo, per me è stata Tina."

"La mia vita è stata difficile, povera economicamente, dedita al lavoro ma in realtà è stata ricca e stupenda, colma di esperienze importanti, gioie, dolori, amori e lotte.
Sono soddisfatta di averla vissuta come l'ho vissuta.
L'unica cosa che mi rompe le palle è di dover morire una volta o l'altra." Tina Merlin

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