venerdì 22 novembre 2013

20134Lambrate_Jole Veneziani 1°parte

                    

Piccola, rotondetta, il sorriso gioviale, la erre arrotondata. 
Viso paffuto circondato di riccioli, lo sguardo arguto nascosto dietro occhiali estrosi, con la montatura di lustrini, voluti e disegnati da lei stessa.
Uno scialle gettato sulle spalle, le grandi broche preziosissime a unire i due lembi, Jolanda Veneziani, per tutti - collaboratori, ammiratori,  amici - è solo la Jole, con l'articolo davanti alla milanese, nonostante sia nata a Leporano, piccolo comune nel salentino. 
                    


Nasce l'11 luglio 1901, ultima di nove figli, in una famiglia colta, rumorosa e benestante.
Papà avvocato triestino con il talento dello scrittore, madre appassionata d'opera e membro della borghesia pugliese.
A soli sei anni lascia la sua terra per la laboriosa Milano.
Solo un anno è passato dall'Esposizione universale e sul capoluogo lombardo si riversano aspettative e folle di lavoratori: tra loro il clan Veneziani.



Qui si forma Jole. Un'adolescente in fermento come le strade operose e austere della città, insicura su cosa fare da grande, immersa nell'indecisione propria della gioventù.
Da ragazza sogna di fare l'attrice, influenzata dal fratello Carlo, noto commediografo e sceneggiatore, ma ben presto abbandona il sogno e frequenta ragioneria. 
Fresca di diploma diventa contabile di una importante ditta francese di pellicceria di piazza San Babila imparando così a conoscere e catalogare le pelli pregiate.

Amore al primo tocco, quello tra Jole e i suoi amati visoni, castorini, volpi e lapin. 

Una passione che nel 1937 la porta ad aprire il suo primo laboratorio di pellicceria in una casa sfollata dietro l'Università Cattolica. 
Un atelier d'avanguardia, perché Jole non si limita a conciare le pelli ma sperimenta. Gioca e rivoluziona. 





Anche se non sa tenere un ago in mano impara in fretta e riesce a realizzare capi unici per lavorazione.
Per prima ne colora il pelo, rovescia le pelli, azzarda lavorazioni a tweed che rendono i capi leggeri come un tessuto. 
Morbide e avvolgenti le pellicce inconsuete che porta lei stessa diventano indispensabili per le signore della Milano bene, che le indossano nelle serate mondane, ai tè danzanti, alla prima della Scala.... continua

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