mercoledì 16 luglio 2014

20134Lambrate_Con Turbante

                                                                 

"Vediamo un po’. Anniquaranta: c’è la guerra e le foto che mi ricordo sono quelle di donne sempre con il fazzoletto in testa legato sotto il mento. Niente seta, ovviamente. 

Annicinquanta: torna la seta con disegni e colori sgargianti. Mi vengono in mente certe scene dei film in cui le ragazze estraggono magicamente da minuscole borsette il foulard e se lo annodano così a caso (e sono comunque sempre perfette) per non scompigliarsi i capelli nelle folli corse sulla decapottabile. 

Annisessanta: colori ancora più forti e disegni geometrici. Ci si annoda il foulard, piegato a fascia, dietro la nuca. 

Annisettanta: nonostante la contestazione il borghese foulard mantiene le sue posizioni. Anzi, aumenta i modi: in testa alla pirata; incrociato come reggiseno con tatuaggi peaceandlove sulla pancia; a triangolo legato dietro la schiena, come un top; infilato nei passanti dei jeans a zampa come una cintura; annodato alla tracolla della borsa di cuoio; stretto al collo… 

Anniottanta: il foulard diventa una camicia. 

Anninovanta: il foulard è lifestyle. Si usa come tovaglia per pic-nic raffinatissimi quindi annodato a bavaglio), come plaid per un riposino sull’erba, come mezzero per divani in case esagerate, come federa di cuscini chic. 
                                                           


Anniduemila: il foulard si annoda alla cowboy: E poi ci sono le scarpe foulard, le borse foulard, gli orologi foulard, le calze foulard, i cappelli foulard. E i tutorial, appunto. Niente di nuovo: da sempre Hermés regala, quando compri un suo carré, un libricino con tutti i modi per annodare il tuo foulard. Internet non fa altro che riportare a suo modo le stesse regole, con filmati e vademecum di ogni genere. Il mio modo preferito? 

Da sempre e per sempre “Le Vagabond”: il saccottino attaccato al bastone. Dove mettere tutto quello che serve per scappare via.
A questo proposito riascoltatevi “Io Vagabondo” dei Nomadi (1972) e “Vagabondo” di Nicola Di Bari (1970), bella esperienza vintage.

                                                                                             
Ps: comunque fate anche voi come le signorine dei film: tenete sempre un foulard in borsa. Sta arrivando l’estate e anche se non correrete da nessuna parte in nessuna cabriolet con nessun divo di Hollywood vi toccherà andare al super o in ufficio: occhio all’aria condizionata, allora. "
Michela Gattermayer

© 2014 sans tabù CONTRIBU

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